L’amico ombrello

Apro la porta del palazzo e mi accorgo subito che dalle pallide mattine di un inizio di una primavera ancora legata al gelo dell’inverno, si era tornati indietro direttamente alla stagione più fredda.

Freddo e pioggia mi aspettavano appena fuori dall’edificio con grande disappunto visto il mio proverbiale odio per clima freddo e umido.

Ero uscito in tenuta quasi primaverile ma la pigrizia (e anche l’orologio) mi impediva di tornare indietro. Tanto sono solo pochi metri alla stazione della metro, mi ripetevo, un pò di fresco mi aiuterà a svegliarmi. Con coraggio metto avanti il piede ma…

A pensarci ora sembrerebbe incredibile come io possa aver passato oltre sette mesi nella “piovosa” Irlanda, aver girato le strade di Dublino, sempre senza l’ombrello, il paraacqua come dicono invece qui. “It’s like a shower”, esclamano gli abitanti dell’isola di smeraldo per poter giustificare il loro baldanzoso camminare sotto l’acqua.

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Insomma, una pioggia che non bagna, soprattutto dopo le 16 pinte di birra che il mio insegnante di inglese si vantava di aver bevuto in una sera. Certamente potrete vedere un irlandese camminare cantando “singin’ in the rain”, ma la differenza starà nell’assenza dell’oggetto in questione e non nel tasso alcolemico. O almeno il numero delle “pinte” non sarà la causa della sua assenza!

In effetti questa “pioggerellina” innervosiva più che bagnare, rendendo l’oggetto inutile e dannoso. Anzi, il vento spesso accompagnava le notte buie e tempestose inserendosi tra la forza bruta (o quasi) del braccio e quella degli agenti atmosferici. Risultato? Con il senno del saggio che cerca di coprirsi sono pieni i cimiteri degli ombrelli comprati a 2 euro dal primo sconosciuto incontrato per strada che ha finito le caramelle.

Proprio questa fine ha fatto il mio unico ombrello in terra d’Irlanda e da quel momento ho sempre preferito la baldanza dell’uomo coraggioso che non ha paura della pioggia.

Quel giorno, però, prima o poi arriva. Non importa la stagione, le coordinate geografiche in cui ti trovi, non importa se proprio la sera prima hai avuto l’unica febbre dell’anno. Soprattutto, davvero non contano le volte che passando davanti ai negozi che lo esponevano accanto alla porta d’ingresso a prezzi stracciati ti sei ripetuto: prima o poi devo comprare l’ombrello, un giorno pioverà.

Magari non oggi, magari non domani, ma prima o poi in quel giorno che oggi sembra lontano vedrai il cielo non più nitido, perché offuscato da una pioggia che ti farà prevedere il futuro senza saper leggere le stelle: ti bagnerai.

Senza ovviamente nemmeno un cappello in testa, sei assorto nei tuoi pensieri mentre cammini sotto una pioggia che non è più come una doccia irlandese ma un acquazzone occidentale, sperando di arrivare il prima possibile. Allora è proprio vero che gli amici si vedono al momento del bisogno! Amico mio ombrello, canto nella mia testa le tue lodi mentre arrivo alla mia asciutta destinazione.

Dov’eri fin’ora? Perché a volte ti ho pensato e non ti ho mai cercato davvero? Eppure ti ho sempre considerato un amico. Ero troppo assorto nei miei pensieri? Il sole mi teneva impegnato ad abbronzarmi nelle camminate al parco la domenica mattina? Tanto c’era sempre tempo per raggiungere un amico come te…

Le ora di meditazione non hanno impedito alla pioggia di continuare a scendere, quasi che mi stesse ancora cercando. Sulla via del ritorno, il primo negozio che vende a peso di platino i più brutti e scadenti ombrelli (business is sempre business!) vede incassare i miei Euro inumiditi dal liquido che sgorga dalle nuvole e un po’ dai miei occhi… Finalmente potrò stare con il mio amico colorato e con tante punte, mi ripetevo soddisfatto, non ti lascerò mai più!

Ripresa la fierezza dell’uomo saggio anche se meno coraggioso di un irlandese sobrio, cammino per la strada con la testa (e poco più) difesa pavidamente dal mio nuovo amico. Dopo pochi minuti, il tanto agognato ticchettio sentito dalle mie orecchie si esaurisce rapidamente come la birra nella pinta dell’irlandese (ex) sobrio. La pioggia aveva smesso.

Giunto a casa, non mi rimane che trovare un posto per il mio amico nell’angolo più nascosto della mia casa, giurando che nel mio cuore avrebbe sempre avuto quel posto al sole che qualcuno così importante meriterebbe.

Non piovve per moltissime settimane e il mio amico fedele rimase sempre lì dove l’avevo lasciato, perché, in fondo, avevo scelto il posto che merita qualcuno che non mi serve davvero.